630. Vi è forse qualche cosa bella o brutta per propria natura? quel che piace ad uno, è bello per lui.631. Alla luna del primo giorno tutti fanno festa; quando è piena, nessuno se ne cura. L'abitudine porta a mancanza di rispetto: il mondo è solito ad appassionarsi per ciò che via via gli appare (come) un nuovo pregio.
633. La vecchiaia è di ornamento ai re, ai ministri, ai medici, agli asceti; è oggetto di scherno nelle cortigiane, nei progetti, nei cantori, nei servi.
634. Non conosce le proprie mancanze e bada alle mancanze altrui; se conoscesse i proprii difetti, non vedrebbe gli altrui.
637. La diletta, il sorger della luna, la quinta nota del liuto dànno gioia ai felici e turbano gli infelici.
638. I brammani riconoscono Agni (il Fuoco) come dio (supremo); gli asceti, la divinità (che sentono) in cuore; un idolo è il dio degli sciocchi; chi vede tutte le cose a un modo, vede la divinità dappertutto.
Spazio di divulgazione di conoscenze, idee e insegnamento di sanscrito e civiltà indiana, con allargamenti all'ambito indoeuropeo e al confronto con altre civiltà
domenica 13 dicembre 2009
Mille sentenze indiane - Relatività
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