Spazio di divulgazione di conoscenze, idee e insegnamento di sanscrito e civiltà indiana, con allargamenti all'ambito indoeuropeo e al confronto con altre civiltà
870. Entrare senza esser chiamato, ciarlare senza essere interrogato, dir bene di sé stesso e male degli altri: quattro indizi di leggerezza.
875. Non c'è nessuno che non sia stato ingannato dal buon contegno di nuovi servitori, dalle parole di un ospite, dalle lacrime di una lusingatrice e dal profluvio di parole dei furbi.
879. L'ospite, il bambino, il re e la moglie non vogliono sapere se una cosa c'è o non c'è; ma non fanno che dire "dammi, dammi!".
889. L'uomo volgare non si sazia di ammassare denaro; il sapiente non si sazia di belle massime; l'oceano non si sazia di accogliere acque; l'occhio non si sazia di mirare cose gradite.
Nel seguito della cerimonia, si dà un saggio di varie posizioni yoga (asana) con uno sfondo di mantra, tra cui l'antichissimo e ancora popolarissimo Gāyatrī Mantra. Impressionante l'immagine dell'uomo di luce con i diversi Chakra ('ruote' o centri psichici del 'corpo sottile') associati nella tradizione tantrica a corolle di determinati colori e numeri di petali, e a 'sillabe-seme' che troviamo qui scritte in Devanāgarī: Laṃ su rosso per il Mūlādhāra (perineo), Vaṃ su arancione per lo Svādhiṣṭhāna (base della colonna vertebrale), Raṃ su giallo per il Maṇipūra (ombelico), Yaṃ su verde per l'Anāhata (cuore), Haṃ su blu per il Viśuddha (gola), Oṃ su indaco per l'Ājñā (spazio tra le sopracciglia), Oṃ su viola per il Sahasrāra (cima del capo). Dopo questa celebrazione della tradizione yoga, abbiamo una sequenza sulle grandi religioni che si trovano in India, con foto degli edifici sacri e canti caratteristici: prima l'Induismo, poi il Buddhismo, quindi l'Islam, poi il Cristianesimo, il Sikhismo e, apparentemente, i culti animisti con alcune danze tribali. Appare quindi il treno delle Indian Railways, con una miscela intesa a rappresentare l'India contemporanea: un ballerino bollywoodiano e un sādhu, bracciali e teiere, biciclette e sagome di attori, il nuovo simbolo della rupia e la stella a sei punte associata a Durgā, la dea dell'energia cosmica (śakti).
In questo video tratto dalla grandiosa cerimonia d'apertura dei giochi del Commonwealth a New Delhi, vediamo alcuni stili tradizionali di danza in associazione con le stagioni: l'Odissi dello stato orientale dell'Orissa (primavera), il Bharatanatyam, danza classica per eccellenza, tipica del Tamil Nadu nel sud dell'India (estate), il Kathak dell'India settentrionale (stagione dei monsoni), la danza Manipuri dello stato nordorientale di Manipur e il Mohiniattam del sudoccidentale Kerala (autunno), infine lo stile Kuchipudi dell'Andhra Pradesh (inverno). All'accompagnamento musicale si aggiungono alcuni canti che ripetono spesso i nomi delle note della musica classica indiana: Sa Ri Ga Ma Pa Dha Ni, oppure fanno uso della caratteristica 'lingua dei tamburi', riproducendo le sequenze ritmiche con sillabe convenzionali.
Dopo le danze, inizia la rappresentazione dello Yoga.
858. La diletta, onusta di onestà; un'edera, onusta di fiori; un discorso, onusto di senso - hanno un'ineffabile bellezza.
859. Meglio è tacere che parlare; dir la verità, viene in secondo luogo; in terzo, dire ciò che è giusto; in quarto, dire cose gradite.
861. Quattro cose muovono altrui al riso: uno stolto che fa poesie, un fioco che canta, un povero con arie da vagheggino, un vecchio sensuale.
862. Quattro doti non si acquistano con lo studio, ma sono innate in certi individui: la musica, la poesia, l'eroismo, la generosità.
865. Generosità congiunta con affabilità; dottrina senza alterigia; coraggio accompagnato da mitezza; ricchezza unita a liberalità; ecco quattro belle cose difficili a trovarsi.