Lo scorso marzo, è stata divulgata una importante scoperta archeologica presso il villaggio di Farmana in Haryana, India. Qui a sinistra potete vedere un'immagine degli scavi che ho scattato nel marzo 2008 durante una visita al sito, che è stato registrato dall'UNESCO. Per particolari sulle scoperte, si può vedere la notizia su un blog di archeologia preistorica: http://www.stonepages.com/news/archives/003205.html che trae le informazioni da articoli apparsi in India. Oltre all'interessante scoperta di un complesso di 26 stanze con cortile, che può indicare un 'palazzo' dell'élite, la scoperta più significativa è il cimitero con ben 70 sepolture, i cui scheletri saranno studiati per individuare l'alimentazione e l'identità genetica. Ora, queste sepolture presentano i tratti caratteristici harappani: forma rettangolare, orientamento nord-sud. Il direttore degli scavi, Vasant Shinde, sostiene: "All the graves are rectangular - different from other Harappan burials sites, which usually have oblong graves" ma possiamo citare S.P. Gupta in "Disposal of the Dead and Phisical Types in Ancient India" (Delhi 1972), p.75, che afferma che si seppelliva il corpo in 'oblong pits' che, quando scavati con più cura, "assumed rectangular shapes". Evidentemente, le tombe di Farmana appartengono a questa categoria. Shinde aggiunge: "The site shows evidence of primary (full skeleton), secondary (only some bones) and symbolic burials, with most graves oriented northwest-southeast, though there are some with north-south and northeast-southwest orientations as well. The variations in burial orientation suggests different groups in the same community"
Ora, vorrei fare un confronto con quello che dice lo Śatapatha Brāhmaṇa XIII.8.1.5 (uso qui la traduzione di Julius Eggeling riportata sull'ottimo sito http://www.sacred-texts.com/hin/sbr/sbe44/sbe44113.htm#fr_1132:
Four-cornered (is the sepulchral mound). Now the gods and the Asuras, both of them sprung from Pragâpati, were contending in the (four) regions (quarters). The gods drove out the Asuras, their rivals and enemies, from the regions, and, being regionless, they were overcome. Wherefore the people who are godly make their burial-places four-cornered, whilst those who are of the Asura nature, the Easterns and others, (make them) round, for they (the gods) drove them out from the regions. He arranges it so as to lie between the two regions, the eastern and the southern, for in that region assuredly is the door to the world of the Fathers: through the above he thus causes him to enter the world of the Fathers; and by means of the (four) corners he (the deceased) establishes himself in the regions, and by means of the other body (of the tomb) in the intermediate regions: he thus establishes him in all the regions.
Come si può vedere, la sepoltura è orientata verso sud-est proprio come la maggior parte delle tombe di Farmana. S.P. Gupta (ibidem) parla genericamente di orientamento nord-sud per le sepolture harappane, con la testa verso nord, e qui a Farmana abbiamo qualcosa di ancora più specifico, che coincide con le concezioni vediche espresse nello Śatapatha Brāhmaṇa, testo che io situerei dopo il 1300 a.C., ma che può ben conservare concezioni tradizionali immutate, come quella dell'associazione della regione sud-orientale con il mondo dei Padri. Non solo: secondo ŚBr.XIII.8.1.9, la regione nordoccidentale è la direzione 'dei viventi' (jīvānām).
Ancora: quando visitai il sito di Farmana l'anno scorso, andai anche in una spianata nelle campagne vicine dove avevano trovato alcuni resti di sepolture: tramite un giovane che conosceva l'inglese, feci chiedere ai contadini se il terreno era salato, ed essi dissero che era proprio così. Avevo fatto questa domanda perché uno studio sul cimitero del sito harappano di Kalibangan, di A.K. Sharma, "The Departed Harappans of Kalibangan" (New Delhi, 1999), p.104, notava che il terreno del cimitero ha un'alta percentuale di sale, e che questo coincideva con quello che diceva lo Śatapatha Brāhmaṇa, il quale infatti ingiunge (XIII.8.1.14):
Ancora: quando visitai il sito di Farmana l'anno scorso, andai anche in una spianata nelle campagne vicine dove avevano trovato alcuni resti di sepolture: tramite un giovane che conosceva l'inglese, feci chiedere ai contadini se il terreno era salato, ed essi dissero che era proprio così. Avevo fatto questa domanda perché uno studio sul cimitero del sito harappano di Kalibangan, di A.K. Sharma, "The Departed Harappans of Kalibangan" (New Delhi, 1999), p.104, notava che il terreno del cimitero ha un'alta percentuale di sale, e che questo coincideva con quello che diceva lo Śatapatha Brāhmaṇa, il quale infatti ingiunge (XIII.8.1.14):
He makes it on salt (barren) soil, for salt means seed; the productive thus makes him partake in productiveness, and in that respect, indeed, the Fathers partake in productiveness that they have offspring: his offspring assuredly will be more prosperous.
Insomma, ci sono forti elementi per dimostrare l'uniformità con la tradizione vedica di questi antichi indiani del 2600-2200 a.C. Ora aspettiamo con interesse i risultati dell'indagine sul DNA: se si trattasse di R1a1, questo escluderebbe l'arrivo nel II millennio a.C. dei portatori di questo gruppo genetico e farebbe degli 'Harappani' locali dei probabili 'indoarii'.
capisco ben poco di archeologia indiana, mi occupo di un ramo differente dell'archeologia, mi chiedevo, questo cimitero ha degli elementi che possono coincidere con necropoli greche,romane o di altre civiltà?
RispondiEliminaSe si occupa di archeologia classica, forse può rispondere Lei a questa domanda.
RispondiEliminaSo di sepolture italiche o romane con orientamento est-ovest (che si trova in alcuni contesti anche in India), ma potrebbe essere significativo che le tombe etrusche della necropoli di Pianezze (vedi http://www.comune.grottedicastro.vt.it/index.php?T1=21) hanno un orientamento SE-NO, ricollegato alla credenza etrusca secondo cui il settore NO è da attribuire alle divinità dell'oltretomba. Questa credenza sembrerebbe diversa da quella vedica del NO come direzione dei viventi e SE come direzione degli antenati, ma l'identico orientamento, messo in rapporto con l'analoga attenzione per i punti cardinali e la delimitazione nella fondazione delle città tra Etruschi e Indiani, e con le affinità lessicali tra etrusco e sanscrito rinvenute da Bernardini Marzolla, potrebbero confermare dei punti di continuità tra queste due civiltà.