Attualmente, in un’epoca di sempre più intensa globalizzazione, in cui l’India emerge come protagonista mondiale dell’economia e delle relazioni internazionali, in cui immigrati dall’area indiana raggiungono le nostre città e campagne (mentre d’altro lato numerosi turisti o viaggiatori occidentali esplorano l’India), e in cui discipline tradizionali indiane come lo Yoga e la medicina ayurvedica sono ormai ben presenti nella realtà occidentale, sarebbe davvero auspicabile diffondere e approfondire lo studio di questa civiltà attraverso la sua lingua e letteratura; è uno studio che, oltre ad arricchire la nostra conoscenza dell’Altro, della sua storia e della sua arte, ci può aprire gli orizzonti di sistemi etici e filosofici di valore universale, di una conoscenza straordinariamente profonda della psiche umana e di elaborati percorsi spirituali miranti a liberare la mente stessa dalle sue afflizioni più radicate per condurla a una pace e una felicità stabili. In un periodo di crisi e incertezza come il nostro, lo studio della luminosa civiltà riflessa nei testi sanscriti può offrire una vasta risorsa di saggezza e bellezza capace di dare ispirazione e risposte non superficiali ai quesiti che l’uomo si pone in ogni epoca.
Rispetto alla lettura delle poche traduzioni accessibili in lingua italiana dei testi indiani, lo studio personale del sanscrito permette di far comprendere in prima persona il significato dei termini usati, la loro origine e le loro sfumature, senza dipendere da fonti secondarie spesso approssimative se non fuorvianti. Inoltre, la sonorità originale di una lingua non può essere sostituita da una traduzione, e questo è particolarmente vero nel caso del sanscrito, una lingua molto attenta alla valenza profonda delle vibrazioni trasmesse dalle parole, fino a costruire dei mantra miranti a produrre col suono stesso uno speciale effetto sulla psiche di chi li recita. Studiare le forme originali in cui si esprime una cultura consente in effetti di cogliere appieno lo spirito che la informa, e non pallidi riflessi nello specchio deformante della propria lingua (con relativa cultura) di appartenenza.
Rispetto alla lettura delle poche traduzioni accessibili in lingua italiana dei testi indiani, lo studio personale del sanscrito permette di far comprendere in prima persona il significato dei termini usati, la loro origine e le loro sfumature, senza dipendere da fonti secondarie spesso approssimative se non fuorvianti. Inoltre, la sonorità originale di una lingua non può essere sostituita da una traduzione, e questo è particolarmente vero nel caso del sanscrito, una lingua molto attenta alla valenza profonda delle vibrazioni trasmesse dalle parole, fino a costruire dei mantra miranti a produrre col suono stesso uno speciale effetto sulla psiche di chi li recita. Studiare le forme originali in cui si esprime una cultura consente in effetti di cogliere appieno lo spirito che la informa, e non pallidi riflessi nello specchio deformante della propria lingua (con relativa cultura) di appartenenza.
non mi occupo di sanscrito, ma trovo veramente interessante questo articolo.
RispondiEliminaSalve,
RispondiEliminasto cercando disperatamente un consiglio che faccia in modo che la mia indecisioni sfoci o da una parte o dall'altra, sperando che magari non rimanga per sempre stagnante. Sto studiando in Olanda Religioni, il mio primo anno, ma non sono proprio convintissimo e vorrei, magari sempre con il rischio di andarmi ad imbattere in cose più grandi di me, cercare di andare a studiare una religione più dalle sue origini, dai testi insomma. Se passassi questo mio primo anno, mi indirizzerei tra le religioni che abbiamo studiato abbastanza generalmente in quest'anno, sull'induismo. Il fatto è che non so se potrei reggere ancora l'ambiente olandese, sia extra-scolastico che scolastico, e mi sta venendo una mezza idea, che visto la mia scelta potrei anche andare direttamente in India e poter studiarne la religione diciamo da 'insider'. Inoltre ci sono già stato due volte, e la mancanza si fa sentire. Ora la domanda è se mi può dare qualche consiglio riguardo alle eventuali possibilità di studio in India, e magari appunto quali sono le possibilità a livello di studio del sanscrito, e ancora, se per studiarlo ci vuole una preparazione di base anche a livello di conoscenze linguistiche. Spero in una risposta..
Tanti saluti,
Hermes
Caro Hermes, mi colpisce la tua aspirazione di studiare in India. Io ho visitato delle università indiane, e anche se sono ambienti tutto sommato accoglienti, non dev'essere facile viverci. Le mense sono piuttosto povere, e gli alloggi abbastanza squallidi. Per studiare sanscrito, penso che la scelta migliore sia l'università di Pune, che ha un grande campus, ovvero un vero e proprio parco, come spesso in India (e questo è l'aspetto positivo), e sembra la più quotata come studi indologici. A meno che tu non voglia studiare sanscrito in modo tradizionale, anche oralmente.
RispondiEliminaA proposito di conoscenze linguistiche per studiare il sanscrito, di certo aver studiato greco e latino aiuta.
Forse sarebbe meglio che tu cercassi una borsa temporanea di scambio (dell'Indian Council for Cultural Relations?) prima di trasferirti... comunque se ti interessa avere più dettagli ti posso dare degli indirizzi di chi ha studiato in India, se mi scrivi a giacomobenedetti@hotmail.com
Salve, vorrei porvi una domanda semplice, siccome in rete trovo scritte tante cose strane, sempre da fonti non ufficiali, e sappiamo che le castronerie sono tante,"meglio cogliere la mela dall'albero che prendela dal cesto", vorrei sapere se è vero che il numero arabo 666, che nella cabala cristiana rapresenta il male, effettivamente corrisponde in sanscrito alla rappresntazione grafica riconducibile alle lettere "LL" maiuscole dell'alfabeto occidentale. Grazie anticipatamente, Simone.
RispondiEliminaCiao Simone, in effetti è una speculazione davvero curiosa! La domanda non mi è molto chiara, però posso scrivere come appare la L nella scrittura usata per il sanscrito ripetuta tre volte: ललल
RispondiEliminaLa somiglianza con 666 non mi sembra lampante...
Però c'è una somiglianza con il 6 della stessa scrittura: ६६६
ma perché si cerca questa corrispondenza?
Salve vorrei sapere come si scrive per sempre in sanscrito..la ringrazio
RispondiEliminaPenso che il termine più appropriato sia अत्यन्तम् 'atyantam' o अत्यन्ताय 'atyantāya'
RispondiEliminaSaluti a tutti. Anche se credo sia lievemente "off topic", vorrei fare una domanda, sotto un post riguardante lo studio del sanscrito, che tocca l'argomento in maniera specifica. Sono uno studente di lettere classiche. Il mio corso, eccettuato qualche esame di indoeuropistica, non prevede lo studio di questa lingua. A vostra scienza, con una laurea in lettere classiche sarebbe comunque possibile studiare/insegnare il sanscrito? O avrei bisogno di altri titoli di studio?
RispondiEliminaGrazie mille.
Io ho studiato il sanscrito all'interno di lettere classiche, conoscere il greco e il latino è di grande aiuto. Però ha bisogno di un insegnamento e un esame specifico di indologia o lingua sanscrita, non basta indoeuropeistica o glottologia.
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