Un recentissimo articolo (pubblicato il 9 gennaio) del Journal of Human Genetics
(http://www.nature.com/jhg/journal/v54/n1/abs/jhg20082a.html) riporta una notizia importante negli studi sulle origini genetiche della casta dei brahmani:
"The observation of R1a* in high frequency for the first time in the literature, as well as analyses using different phylogenetic methods, resolved the controversy of the origin of R1a1*, supporting its origin in the Indian subcontinent. Simultaneously, the presence of R1a1* in very high frequency in Brahmins, irrespective of linguistic and geographic affiliations, suggested it as the founder haplogroup for the population. The co-presence of this haplogroup in many of the tribal populations of India, its existence in high frequency in Saharia (present study) and Chenchu tribes, the high frequency of R1a* in Kashmiri Pandits (KPs—Brahmins) as well as Saharia (tribe) and associated phylogenetic ages supported the autochthonous origin and tribal links of Indian Brahmins, confronting the concepts of recent Central Asian introduction and rank-related Eurasian contribution of the Indian caste system."
"The observation of R1a* in high frequency for the first time in the literature, as well as analyses using different phylogenetic methods, resolved the controversy of the origin of R1a1*, supporting its origin in the Indian subcontinent. Simultaneously, the presence of R1a1* in very high frequency in Brahmins, irrespective of linguistic and geographic affiliations, suggested it as the founder haplogroup for the population. The co-presence of this haplogroup in many of the tribal populations of India, its existence in high frequency in Saharia (present study) and Chenchu tribes, the high frequency of R1a* in Kashmiri Pandits (KPs—Brahmins) as well as Saharia (tribe) and associated phylogenetic ages supported the autochthonous origin and tribal links of Indian Brahmins, confronting the concepts of recent Central Asian introduction and rank-related Eurasian contribution of the Indian caste system."
Questo significa che i Brahmani, diversamente dalla teoria dell'invasione 'ariana' dell'India, non sono venuti da fuori, ma sono originari dell'India, infatti condividono una forte presenza e differenziazione (quindi antichità) del gruppo genetico R1a1 con i tribali, come i Saharia che non parlano nemmeno una lingua indoeuropea, ma munda (del gruppo austroasiatico). La cartina qui sopra ci indica proprio l'intensità della differenziazione o variabilità di questo aplogruppo con la sua massima concentrazione nell'India settentrionale (il suo picco è tra i Brahmani del Kashmir).
Questa cartina ci mostra invece l'intensità della frequenza di questo aplogruppo (del cromosoma Y, quindi del lignaggio maschile) R1a1, mostrandoci che è ben presente anche nell'Europa orientale, quindi, unendo popoli parlanti indoeuropeo come gli Indiani, alcuni Iranici e molti Slavi (nell'Europa occidentale è più raro), è stato candidato a marcatore degli Indoeuropei. Ora, se tale aplogruppo risulta originario della regione indiana, diversamente da una precedente teoria che lo voleva originario dell'Ucraina (vedi la pagina Wikipedia su R1a :
http://en.wikipedia.org/wiki/Haplogroup_R1a_(Y-DNA), ciò significherebbe che l'origine degli Indoeuropei potrebbe essere proprio in quest'area, come supposto dai primi studiosi europei del sanscrito (ad esempio Friedrich von Schlegel)!
Naturalmente non bisogna confondere genetica e linguistica, ma questo è un dato da non ignorare nelle future discussioni sull'origine etnica dei parlanti indoeuropeo, che tra l'altro smentirebbe la versione nordica delle ideologie razziste, degli Ariani biondi e con gli occhi azzurri...
i risultati della ricerca genetica in questo caso avvalorano le tesi dei linguisti: è senza dubbio un contributo importante agli studi sulla materia.
RispondiEliminaAvvalorano nel senso che rintracciano una parentela tra rami diversi degli indoeuropei? In questo senso sì, però non avvalorano la tesi dei linguisti secondo cui gli Indoeuropei sarebbero venuti dall'esterno in India, e questo è un contributo ancora più significativo!
RispondiEliminaMi chiedo se gli indologi abbiano oramai cominciato a prendere in considerazione, nei loro scritti piu' recenti, questa evidenza genetica che sembra chiudere per sempre la porta sulla teoria invasionista?
RispondiEliminaPhillip
Anch'io me lo chiedo, ma ho il sospetto che non si interessino di studi genetici, che tra l'altro sono arrivati ormai a conclusioni decisamente non eurocentriche:
RispondiElimina"In 2009, several large studies of both old and new STR data, including Mirabal et al. (2009), Underhill et al. (2009), and Klyosov (2009) concluded that not only are there are two separate "poles of the expansion" with similar ages, but also that of these two poles, Asian R1a1a is apparently older than European R1a1a. The data is therefore said to be more consistent with Asian origins for R1a1a, as opposed to European origins, with a particular focus remaining upon South Asia." (http://en.wikipedia.org/wiki/Haplogroup_R1a_(Y-DNA)#cite_ref-19)
Ovviamente questa nuova informazione dovrebbe interessare almeno agli invasionisti, infatti a tutti gli indologi. E' davvero affascinante, da considerarsi un momento epocale nell'indologia. Se interessi agli studiosi la verita', e non solo la polemica, si deve cominciare almeno ad adattare la teoria delle origini esterne della civilta' vedica alla nuova informazione, o abbandonarla completamente. Un mio amico e' un membro del gruppo indo-asiatico di Steve Farmer, mi ricordero' di chiedere a lui se quelli studiosi abbiano cominciato ad affrontare questa evidenza genetica.
RispondiEliminaPhillip
Pune, India