Ora, contro i pochi arditi che hanno cercato di contestarla l'argomento del cavallo è stato spesso usato per dimostrare che gli Indoeuropei vengono dalle steppe: è lì, tra Ucraina e Kazakistan, che il cavallo è stato domesticato, da lì, ci dicono, vengono tutti i cavalli domestici. E invece, cavalli autoctoni erano rimasti anche in Iran, come ci mostrano non solo gli scavi di Tall i Iblis (che riportano cavalli nel 3500 a.C.) e Shah Tepe, ma anche il cavallo del Caspio (di cui si può ammirare un esemplare nella foto in alto), scoperto in Iran nel 1965 da una signora americana sposata a un iraniano, Louise Firouz, come si può leggere qui. I rilievi di Persepoli ci mostrano un tipo di cavallo simile, come dimensioni e fisionomia:
Secondo studi genetici la razza del Caspio è la più 'primitiva' di tutte le razze cosiddette 'orientali' di cavallo come l'arabo, il curdo e l'Akhal Teke:
E' interessante che anche i cavalli indiani (come il Kathiawari qua sopra) siano del tipo orientale, spesso di piccole dimensioni e snello, adatto a climi caldi, e che nel Rigveda sia detto chiaramente che il cavallo sacrificato ha 34 costole (I.162.18: catustriṃśad vājino... vaṅkrīr aśvasya), come il cavallo del Caspio e il cavallo arabo, e diversamente dai cavalli 'occidentali', che ne hanno 36 e hanno una struttura più massiccia.
Anche la figurina di cavallo trovata a Mohenjo-daro ricorda proprio questo tipo di cavallo:
Quindi, i primi cavalli che si sono diffusi nell'area indoiranica non erano i massicci cavalli delle steppe, ma quelli piccoli e leggeri dell'Iran e del Turkmenistan, e niente ci costringe a pensare che furono introdotti dai popoli di cultura 'Kurgan' delle lontane steppe eurasiatiche, così come la loro cultura non ha potuto raggiungere l'India, e ha toccato marginalmente l'Asia centrale meridionale, come a Zaman Baba presso Bukhara, in Uzbekistan, fondendosi con le culture locali sedentarie che hanno mantenuto la loro continuità. Anzi, è probabile che la cultura Kurgan sia emanata o influenzata dall'Asia centrale meridionale, a partire da siti mesolitici a est del mar Caspio meridionale come Damdam Chesme 2 e Djebel, e dalla cultura Kelteminar, come suggerito da studiosi quali Merpert, Danylenko, la stessa Gimbutas e Mallory. Si potrebbe ipotizzare che nomadi di lingua indoeuropea da tali regioni abbiano portato verso nord i loro cavalli orientali, per poi adottare i cavalli delle steppe di tipo 'occidentale', più adatti a climi freddi, e con essi si mossero verso l'Europa.
Secondo studi genetici la razza del Caspio è la più 'primitiva' di tutte le razze cosiddette 'orientali' di cavallo come l'arabo, il curdo e l'Akhal Teke:
Akhal Teke |
Kathiawari |
E' interessante che anche i cavalli indiani (come il Kathiawari qua sopra) siano del tipo orientale, spesso di piccole dimensioni e snello, adatto a climi caldi, e che nel Rigveda sia detto chiaramente che il cavallo sacrificato ha 34 costole (I.162.18: catustriṃśad vājino... vaṅkrīr aśvasya), come il cavallo del Caspio e il cavallo arabo, e diversamente dai cavalli 'occidentali', che ne hanno 36 e hanno una struttura più massiccia.
Anche la figurina di cavallo trovata a Mohenjo-daro ricorda proprio questo tipo di cavallo:
Quindi, i primi cavalli che si sono diffusi nell'area indoiranica non erano i massicci cavalli delle steppe, ma quelli piccoli e leggeri dell'Iran e del Turkmenistan, e niente ci costringe a pensare che furono introdotti dai popoli di cultura 'Kurgan' delle lontane steppe eurasiatiche, così come la loro cultura non ha potuto raggiungere l'India, e ha toccato marginalmente l'Asia centrale meridionale, come a Zaman Baba presso Bukhara, in Uzbekistan, fondendosi con le culture locali sedentarie che hanno mantenuto la loro continuità. Anzi, è probabile che la cultura Kurgan sia emanata o influenzata dall'Asia centrale meridionale, a partire da siti mesolitici a est del mar Caspio meridionale come Damdam Chesme 2 e Djebel, e dalla cultura Kelteminar, come suggerito da studiosi quali Merpert, Danylenko, la stessa Gimbutas e Mallory. Si potrebbe ipotizzare che nomadi di lingua indoeuropea da tali regioni abbiano portato verso nord i loro cavalli orientali, per poi adottare i cavalli delle steppe di tipo 'occidentale', più adatti a climi freddi, e con essi si mossero verso l'Europa.
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RispondiEliminaPage strong sympathetic, easy reading. This site is really not bad, as well as the articles present pretty good wholesale, good continuation! Viaggio di lusso in India, Viaggio su misura india del nord
RispondiEliminaVery interesting study. A translation below into the English language.
RispondiEliminaOne of the clichés about Indo-Europeans tells us that they were nomadic horse populations from the Eurasian steppes (if not Eastern Europe, the present-day Ukraine). And they made us believe that hordes of these knights would have invaded Europe and Asia spreading their language everywhere, with the disruptive power of the horse. Used to the idea of the barbarian invasions of the Germans, the Huns and the Mongols, this seemed to us quite acceptable. Too bad that these invasions mostly failed to impose their tongues, apart from the Angles and Saxons in Britain (leaving the Welsh and Gaelic) and the Turkic languages in Central Asia and Anatolia (leaving important pockets of earlier languages). , especially Iranians like Tajik and Kurdish). And so, the languages of Homer, Plato, Aristotle, Cicero and Virgil, Zarathustra and Firdusi, of the Vedas, of the Mahābhārata and of Kalidāsa, of the grammar of Pāṇini and of the dialectic of Nāgārjuna, would derive from a horde of nomads on horseback descended from Russian and Ukrainian steppes to plunder ancient civilizations who would have forgotten their secular languages in favor of those of the last arrivals. Curiously the Indo-European languages brought by these invaders could develop a poetic and philosophical, political and economic lexicon, mostly without adopting the terms of the languages of previous civilizations as the Germans did with Latin and Greek, and the Turks with Arabic and Persian. This incredible theory has been taught for decades if not centuries as a historical fact.
Now, against the few bolders who have tried to challenge it, the subject of the horse has often been used to show that Indo-Europeans come from the steppes: it is there, between Ukraine and Kazakhstan, that the horse has been housed, from there, they tell us, all domestic horses come. On the contrary, native horses had remained in Iran, as shown by not only the excavations of Tall i Iblis (which show horses in 3500 BC) and Shah Tepe, but also the Caspian horse (of which one can admire a specimen in the picture) above), discovered in Iran in 1965 by an American woman married to an Iranian, Louise Firouz, as you can read here. Persepolis reliefs show us a similar type of horse, like size and physiognomy:
According to genetic studies, the Caspian breed is the most 'primitive' of all the so-called 'oriental' breeds of horses such as Arab, Kurdish and Akhal Teke:
It is interesting that even the Indian horses (like the Kathiawari above) are of the Eastern type, often small and slender, suitable for hot climates, and that in the Rigveda it is clearly said that the sacrificed horse has 34 ribs (I.162.18 : catustriṃśad vājino ... vaṅkrīr aśvasya), like the Caspian horse and the Arabian horse, and unlike the 'Western' horses, which have 36 and have a more massive structure.
Even the horse figurine found at Mohenjo-daro is reminiscent of this type of horse:
Therefore, the first horses that spread in the Indo-Iranian area were not the massive steppes' horses, but the small and light ones of Iran and Turkmenistan, and nothing compels us to think that they were introduced by the 'Kurgan' peoples of culture. distant Eurasian steppes, as well as their culture could not reach India, and marginally touched south central Asia, as in Zaman Baba near Bukhara, Uzbekistan, merging with the sedentary local cultures that have maintained their continuity. Indeed, it is likely that the Kurgan culture is emanated from or influenced by South Central Asia, from Mesolithic sites east of the southern Caspian Sea like Damdam Chesme 2 and Djebel, and from the Kelteminar culture, as suggested by scholars such as Merpert, Danylenko, the same Gimbutas and Mallory. It could be assumed that Indo-European nomads from these regions brought their eastern horses to the north, and then adopted the steppes of the 'western' type, more suited to cold climates, and with them moved towards Europe.
Thank you for the translation!
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