Spazio di divulgazione di conoscenze, idee e insegnamento di sanscrito e civiltà indiana, con allargamenti all'ambito indoeuropeo e al confronto con altre civiltà
domenica 13 giugno 2010
Una prova genetica di una migrazione dall'India all'Europa
E' stato pubblicato online l'importante articolo del genetista americano P.A. Underhill (et alia) sul gruppo genetico R1a (http://www.scribd.com/doc/23322591/Underhill-Et-Al-2009-Separating-the-Post-Glacial-Coancestry-of-European-and-Asian-Y-Chromosomes-Within-Hap-Lo-Group-R1a).
La mappa in verde qui sopra mostra la frequenza dell'aplogruppo R1a1a-M17, quella in rosso l'età calcolata in diverse regioni dell'Eurasia. Appare chiaramente che l'area più antica comprende il Sind e il Gujarat, con un'espansione verso ovest che trova nuove apparenti aree di irradiazione nel Caucaso e in Polonia. Si dice nell'articolo: “Analysis of associated STR diversity profiles revealed that among the R1a1a*(xM458) chromosomes the highest diversity is observed among populations of the Indus Valley yielding coalescent times above 14 KYA (thousands of years ago), whereas the R1a1a* diversity declines toward Europe where its maximum diversity and coalescent times of 11.2 KYA are observed in Poland, Slovakia and Crete.”
Quindi, nella valle dell'Indo l'aplogruppo R1a1a risulta più antico del 12000 a.C., mentre in Polonia, Slovacchia e Creta risalirebbe al 9200 a.C. circa.
Ancora: “Also noteworthy is the drop in R1a1a* diversity away from the Indus Valley toward central Asia (Kyrgyzstan 5.6 KYA) and the Altai region (8.1 KYA) that marks the eastern boundary of significant R1a1a* spread”.
Quindi, nel Kirghizistan, che pure ha un'alta percentuale di individui portatori di R1a1a, l'antichità di questo aplogruppo appare risalire solo al 3600 a.C., nell'Altai al 6100 a.C.
Quindi, sulla base di questi calcoli arriviamo alla conclusione che una popolazione sudasiatica si diffuse prima verso l'Europa, e più tardi verso l'Asia centrale. Non c'è dunque una migrazione antica dall'Europa verso l'Asia meridionale, o dall'Asia centrale verso quella meridionale, ma l'opposto.
Se vogliamo collegare l'aplogruppo R1a1a con gli Indoeuropei, idea che rimane attraente, visto che sembra essere il solo aplogruppo che unisce con frequenze significative Indoarii, Iranici, Anatolici, Greci, Slavi e Germanici (meno i parlanti lingue romanze o celtiche), dovremmo ammettere che l'origine degli Indoeuropei è nell'Asia meridionale, e non in Europa orientale. Qui, troviamo una mutazione dell'aplogruppo, chiamata da Underhill R1a1a7:
“In Europe a large proportion of the R1a1a variation is represented by its presently identified subclade R1a1a7-M458 that is virtually absent in Asia. Its major frequency and relatively low diversity in Europe can be explained thus by a founder effect that according to our coalescent time estimation falls into the early Holocene period, 7.9±2.6 KYA. The highest regional date of 10.7±4.1 KYA among Polish R1a1a7 carriers falls into the period of recolonization of this region by Mesolithic (Swiderian and subsequent cultures) settlers. […] It should be noted, though, that the inevitably large error margins of our coalescent time estimates do not allow us to exclude its association with the establishment of the mainstream Neolithic cultures, including the Linearbandkeramik (LBK), that flourished ca. 7.5-6.5 KYA BP in the Middle Danube (Hungary) and was spread further along the Rhine, Elbe, Oder, Vistula river valleys and beyond the Carpathian Basin.”
Quindi, sembra che l'R1a1a7 sia sorto in Polonia tra il 12800 e il 4600 a.C., in una cultura che può essere quella mesolitica o quella neolitica della ceramica lineare che si diffuse tra Ungheria, Balcani, Germania e Polonia (http://it.wikipedia.org/wiki/Cultura_della_ceramica_lineare). In tal modo, il popolo portatore dell'R1a1a nell'Europa orientale può essere associato alla rivoluzione neolitica in quest'area.
L'antichità di questa subclade e la sua assenza in Asia mostrano che non c'è stata migrazione dall'Europa all'Asia centrale in tempi recenti: “Although the R1a1a* frequency and diversity is highest among Indo-Aryan and Dravidian speakers, the subhaplogroup R1a1a7-M458 frequency peaks among Slavic and Finno-Ugric peoples. Although this distinction by geography is not directly informative about the internal divisions of these separate language families, it might bear some significance for assessing dispersal models that have been proposed to explain the spread of Indo-Aryan languages in South Asia as it would exclude any significant patrilineal gene flow from East Europe to Asia, at least since the mid-Holocene period.”
Poiché il periodo del medio Olocene è intorno al 4000 a.C., ciò significa che dopo quell'epoca, che è il limite minimo per l'origine della subclade R1a1a7, non possiamo supporre una migrazione dall'Europa all'Asia centrale e meridionale, e questo confuta tutte le teorie che suppongono che il popolo Kurgan della regione del Mar Nero andò verso l'Afghanistan durante la civiltà di Battriana e Margiana (BMAC, del III-II mill. a.C.) e poi in India (II mill. a.C.).
D'altro lato, la migrazione del popolo dell'R1a1a dall'Asia meridionale all'Europa appare molto più antica di quanto si è ipotizzato normalmente per la diffusione delle lingue indoeuropee, prima dell'età del Bronzo, durante il periodo mesolitico o neolitico. Quindi, se colleghiamo l'R1a1a con i parlanti indoeuropeo, dobbiamo antedatare questa diffusione, e vedere gran parte dell'Europa neolitica come già indoeuropea, rovesciando la teoria di Gimbutas sull'Europa antica, pre-Kurgan, come un mondo agricolo pacifico non indoeuropeo. D'altronde, anche un sostenitore dell'ipotesi Kurgan come Villar ha riconosciuto nella toponimia iberica uno strato indoeuropeo risalente all'epoca neolitica. Quanto all'Alteuropäisch del Krahe, ovvero quella terminologia che si trova solo nelle lingue indoeuropee d'Europa centrale e occidentale, ma non in greco o in sanscrito, potrebbe essere legata al popolo dell'R1a1a7, che, significativamente, è assente anche in Grecia. Tale data antica dell'arrivo dei portatori dell'R1a1a e delle lingue indoeuropee contraddirebbe comunque la teoria della continuità paleolitica di Alinei e Costa, perché attribuirebbe le culture paleolitiche a popolazioni preindoeuropee.
D'altronde, non tutto l'R1a1a in Europa è R1a1a7, quindi forse non possiamo escludere successive migrazioni di popoli dall'Asia all'Europa, portando le lingue indoeuropee (tra cui il greco, molto più vicino al sanscrito o all'iranico di altre lingue europee): abbiamo esempi di migrazioni in Europa di popoli iranici come Sciti, Sarmati e Alani, e dei Rom e Sinti indiani, anche in tempi storici.
mercoledì 9 dicembre 2009
La ricerca genetica rivela la storia remota della popolazione dell'India e degli Indoeuropei
Un nuovo studio genetico molto dettagliato, compiuto da scienziati basati in India e negli Stati Uniti, ha rivelato che la popolazione dell'India è il risultato di due componenti principali, una meridionale più antica (di 65000 anni fa) e una settentrionale apparsa nel subcontinente 45000 anni fa. Questa componente settentrionale è affine alle popolazioni centrasiatiche, mediorientali ed europee, mentre quella meridionale si rivela molto isolata, anche se nel corso dei millenni si è ampiamente mescolata con quella settentrionale, dando origine agli Indiani attuali.
Qui si possono leggere due presentazioni divulgative:
http://timesofindia.indiatimes.com/news/india/Aryan-Dravidian-divide-a-myth-Study/articleshow/5053274.cmss.com/news/india/Aryan-Dravidian-divide-a-myth-Study/articleshow/5053274.cms
http://www.nature.com/nature/journal/v461/n7263/full/nature08365.htmlrnal/v461/n7263/full/nature08365.html
http://www.nature.com/nature/journal/v461/n7263/extref/nature08365-s1.pdf-s1.pdf


Un altro studio interessante e recente è quello di Underhill &c. (vedi qui), specificamente incentrato sulla vexata quaestio dell'aplogruppo R1a, associato agli Indoeuropei.
La scoperta più significativa è che gran parte degli R1a europei appartengono a una ramificazione (denominata R1a1a7) che risulta limitata all'Europa (inclusi Caucaso e Turchia, vedi mappa in alto a destra), negando quindi un'invasione di questo ramo europeo in India.
Non solo, come mostra una tabella dell'articolo (vedi qui), l'origine dell'aplogruppo R1a1a risulta nell'attuale India occidentale, 15800 anni fa, seguita dal Pakistan (15000 anni fa) e dal Nepal (14200 anni fa). In Caucaso risalirebbe a 12200 anni fa, in Polonia a 11300 anni fa, in Italia a solo 5900 anni fa. Queste datazioni non vanno naturalmente prese alla lettera, calcolano convenzionalmente generazioni di 25 anni, e si basano su metodi non del tutto universalmente accettati, però possono darci interessanti indicazioni sui movimenti di questo lignaggio genetico maschile, che sembrerebbe ben anteriore al supposto periodo di diffusione delle lingue indoeuropee. Non corrisponderebbe né alle teorie di Alinei e Costa (che suppongono i parlanti indoeuropeo come i primi abitanti dell'Europa), né a quelle di Renfrew (che suppone l'origine dell'indoeuropeo nella rivoluzione neolitica anatolica), né a quelle della Gimbutas sull'invasione indoeuropea dall'Ucraina dei Kurgan. Quest'ultima tesi però, piuttosto accreditata tra gli indoeuropeisti, potrebbe avere qualche validità relativamente all'Europa, visto che l'R1a1a si è diffuso a partire dall'Europa orientale, anche se stranamente nell'Ucraina dei Kurgan l'R1a1a, secondo lo studio di Underhill, risale a soli 7400 anni fa, ben più tardi della Polonia, tuttavia certamente prima dell'inizio delle culture Kurgan (datate a partire dal 4500 a.C., vedi http://en.wikipedia.org/wiki/Kurgan_culture#Kurgan_culture).
"Its highest frequencies are in Central and Southern Poland, particularly near the river valleys flowing northwards to the Baltic sea. The authors estimated an age which associates this sub-clade with the Corded Ware Culture." (http://en.wikipedia.org/wiki/Haplogroup_R1a_(Y-DNA))
domenica 15 novembre 2009
La stagione di gloria degli Indoarii nel Vicino Oriente


giovedì 16 aprile 2009
Invasione aria dell'India: mito o realtà?
our overall inference is that an early Holocene expansion in northwestern India (including the Indus Valley) contributed R1a1-M17 chromosomes both to the Central Asian and South Asian tribes prior to the arrival of the Indo-Europeans.
there is no evidence whatsoever to conclude that Central Asia has been necessarily the recent donor and not the receptor of the R1a lineages.
Outside influences did affect South Asian cultural development in later historic periods, but an identifiable cultural tradition has continued, an Indo-Gangetic Tradition linking diverse social entities which span a time period from the development of food production in the seventh millennium BC to the present.
Questo significa che l'archeologia non ci permette di parlare di una discontinuità della civiltà dell'India, quale si supponeva sulla base della teoria dell'invasione aria. Occorre chiedersi come sia sorta questa teoria, su basi meramente linguistiche (con pregiudizi eurocentrici), e come sia diventata un dogma accettato senza le più elementari precauzioni critiche.
Leggendo le pubblicazioni indologiche, colpisce come si parli della migrazione indoeuropea in India nel II millennio a.C. come un dato di fatto, senza darne nessuna prova. E' un'idea ricevuta dagli accademici del passato, tramandata proprio come un mito fondativo, e difesa strenuamente come un credo, la cui messa in discussione potrebbe far traballare le fondamenta della Chiesa indoeuropeistica... Gli anti-invasionisti sono costretti ad assumere i toni veementi di un Lutero, e ad essere emarginati come pericolosi eretici!
sabato 28 febbraio 2009
Ebrei più 'ariani' dei norvegesi e brahmani imparentati con i rabbini?
venerdì 20 febbraio 2009
Nuove scoperte sulle origini dei brahmani e degli indoeuropei
"The observation of R1a* in high frequency for the first time in the literature, as well as analyses using different phylogenetic methods, resolved the controversy of the origin of R1a1*, supporting its origin in the Indian subcontinent. Simultaneously, the presence of R1a1* in very high frequency in Brahmins, irrespective of linguistic and geographic affiliations, suggested it as the founder haplogroup for the population. The co-presence of this haplogroup in many of the tribal populations of India, its existence in high frequency in Saharia (present study) and Chenchu tribes, the high frequency of R1a* in Kashmiri Pandits (KPs—Brahmins) as well as Saharia (tribe) and associated phylogenetic ages supported the autochthonous origin and tribal links of Indian Brahmins, confronting the concepts of recent Central Asian introduction and rank-related Eurasian contribution of the Indian caste system."


Questa cartina ci mostra invece l'intensità della frequenza di questo aplogruppo (del cromosoma Y, quindi del lignaggio maschile) R1a1, mostrandoci che è ben presente anche nell'Europa orientale, quindi, unendo popoli parlanti indoeuropeo come gli Indiani, alcuni Iranici e molti Slavi (nell'Europa occidentale è più raro), è stato candidato a marcatore degli Indoeuropei. Ora, se tale aplogruppo risulta originario della regione indiana, diversamente da una precedente teoria che lo voleva originario dell'Ucraina (vedi la pagina Wikipedia su R1a :
Naturalmente non bisogna confondere genetica e linguistica, ma questo è un dato da non ignorare nelle future discussioni sull'origine etnica dei parlanti indoeuropeo, che tra l'altro smentirebbe la versione nordica delle ideologie razziste, degli Ariani biondi e con gli occhi azzurri...