giovedì 9 aprile 2009

Mille sentenze indiane - Dottrina e saggezza

305. Fra tutti i beni, la scienza fu detta il sommo bene: perché non può
essere né rapita, né deprezzata, né consumata mai.

311. Dove nemmeno il vento passa né entra il raggio del sole, ivi penetra
veloce l'intelletto dell'intelligente.

313. L'intelligenza di colui che legge, scrive, osserva, interroga, ricorre
ai dotti, si espande come la foglia di loto ai raggi del sole.

321. La dottrina e la regalità non sono mai eguali; al re si fa onore nel
suo paese, al dotto si fa onore dappertutto.

327. Pur vedendo un analfabeta pieno di quattrini, il dotto non abbandoni la scienza irreprensibile; forse che vedendo le cortigiane cariche di gioielli, le donne oneste diventano cortigiane?

2 commenti:

  1. Buonasera e grazie dei commenti.
    In effetti pur non essendo indologa (il mio campo è Yamato :) ) trovo anch'io forzate le ipotesi su una discesa "nordica"; non tanto l'ipotesi in sè di una discesa "esterna" (quindi di una non-continuità della civiltà indiana).
    Come ho scritto nelle info del blog, cerco collaborazioni competenti e interessanti, se avessi piacere di voler suggerire altre fonti e punti di vista sull'argomento ne sarei molto felice! (ultimamente sono impegnatissima e riesco ad aggiornare poco il blog)
    Buon lavoro e buone feste :)

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  2. Buongiorno, grazie dei commenti.
    In effetti pur non essendo indologa (il mio campo è Yamato :) ) trovo anch'io forzata l'ipotesi di una discesa "nordica", più che l'ipotesi di una discesa "esterna" ( e quindi di una non-continuità della civiltà indiana).
    Come scrivo nelle info del blog, cerco collaborazioni "esperte" per i vari campi dell'orientalismo, se volessi fornire qualche altra fonte o punto di vista sull'argomento ne sarei felice! (ultimamente riesco ad aggiornare poco il blog).
    Buon lavoro e buone feste!

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