644. La collera dell'uomo eccelso dura un momento, del mediocre due vigilie, dell'uomo volgare un giorno e una notte; del malvagio non cessa mai.645. Non esiste; e se esiste, non dura a lungo; se dura a lungo, non dà poi il frutto che se ne aspetta: la collera dei buoni è eguale all'amore dei malvagi.
647. Chi vale di più? chi, infaticato, offre ogni mese un sacrifizio, durante cento anni, ovvero chi non si adira mai con alcuno? Chi non si adira, vale di più.
Spazio di divulgazione di conoscenze, idee e insegnamento di sanscrito e civiltà indiana, con allargamenti all'ambito indoeuropeo e al confronto con altre civiltà
domenica 27 dicembre 2009
Mille sentenze indiane - L'ira
martedì 22 dicembre 2009
Il nuovo dizionario sanscrito-italiano
http://www.edizioniets.com/Scheda.asp?N=9788846721730
domenica 13 dicembre 2009
Mille sentenze indiane - Relatività
630. Vi è forse qualche cosa bella o brutta per propria natura? quel che piace ad uno, è bello per lui.631. Alla luna del primo giorno tutti fanno festa; quando è piena, nessuno se ne cura. L'abitudine porta a mancanza di rispetto: il mondo è solito ad appassionarsi per ciò che via via gli appare (come) un nuovo pregio.
633. La vecchiaia è di ornamento ai re, ai ministri, ai medici, agli asceti; è oggetto di scherno nelle cortigiane, nei progetti, nei cantori, nei servi.
634. Non conosce le proprie mancanze e bada alle mancanze altrui; se conoscesse i proprii difetti, non vedrebbe gli altrui.
637. La diletta, il sorger della luna, la quinta nota del liuto dànno gioia ai felici e turbano gli infelici.
638. I brammani riconoscono Agni (il Fuoco) come dio (supremo); gli asceti, la divinità (che sentono) in cuore; un idolo è il dio degli sciocchi; chi vede tutte le cose a un modo, vede la divinità dappertutto.
mercoledì 9 dicembre 2009
La ricerca genetica rivela la storia remota della popolazione dell'India e degli Indoeuropei
Un nuovo studio genetico molto dettagliato, compiuto da scienziati basati in India e negli Stati Uniti, ha rivelato che la popolazione dell'India è il risultato di due componenti principali, una meridionale più antica (di 65000 anni fa) e una settentrionale apparsa nel subcontinente 45000 anni fa. Questa componente settentrionale è affine alle popolazioni centrasiatiche, mediorientali ed europee, mentre quella meridionale si rivela molto isolata, anche se nel corso dei millenni si è ampiamente mescolata con quella settentrionale, dando origine agli Indiani attuali.
Qui si possono leggere due presentazioni divulgative:
http://timesofindia.indiatimes.com/news/india/Aryan-Dravidian-divide-a-myth-Study/articleshow/5053274.cmss.com/news/india/Aryan-Dravidian-divide-a-myth-Study/articleshow/5053274.cms
http://www.nature.com/nature/journal/v461/n7263/full/nature08365.htmlrnal/v461/n7263/full/nature08365.html
http://www.nature.com/nature/journal/v461/n7263/extref/nature08365-s1.pdf-s1.pdf
Un altro studio interessante e recente è quello di Underhill &c. (vedi qui), specificamente incentrato sulla vexata quaestio dell'aplogruppo R1a, associato agli Indoeuropei.
La scoperta più significativa è che gran parte degli R1a europei appartengono a una ramificazione (denominata R1a1a7) che risulta limitata all'Europa (inclusi Caucaso e Turchia, vedi mappa in alto a destra), negando quindi un'invasione di questo ramo europeo in India.
Non solo, come mostra una tabella dell'articolo (vedi qui), l'origine dell'aplogruppo R1a1a risulta nell'attuale India occidentale, 15800 anni fa, seguita dal Pakistan (15000 anni fa) e dal Nepal (14200 anni fa). In Caucaso risalirebbe a 12200 anni fa, in Polonia a 11300 anni fa, in Italia a solo 5900 anni fa. Queste datazioni non vanno naturalmente prese alla lettera, calcolano convenzionalmente generazioni di 25 anni, e si basano su metodi non del tutto universalmente accettati, però possono darci interessanti indicazioni sui movimenti di questo lignaggio genetico maschile, che sembrerebbe ben anteriore al supposto periodo di diffusione delle lingue indoeuropee. Non corrisponderebbe né alle teorie di Alinei e Costa (che suppongono i parlanti indoeuropeo come i primi abitanti dell'Europa), né a quelle di Renfrew (che suppone l'origine dell'indoeuropeo nella rivoluzione neolitica anatolica), né a quelle della Gimbutas sull'invasione indoeuropea dall'Ucraina dei Kurgan. Quest'ultima tesi però, piuttosto accreditata tra gli indoeuropeisti, potrebbe avere qualche validità relativamente all'Europa, visto che l'R1a1a si è diffuso a partire dall'Europa orientale, anche se stranamente nell'Ucraina dei Kurgan l'R1a1a, secondo lo studio di Underhill, risale a soli 7400 anni fa, ben più tardi della Polonia, tuttavia certamente prima dell'inizio delle culture Kurgan (datate a partire dal 4500 a.C., vedi http://en.wikipedia.org/wiki/Kurgan_culture#Kurgan_culture).
"Its highest frequencies are in Central and Southern Poland, particularly near the river valleys flowing northwards to the Baltic sea. The authors estimated an age which associates this sub-clade with the Corded Ware Culture." (http://en.wikipedia.org/wiki/Haplogroup_R1a_(Y-DNA))
domenica 6 dicembre 2009
Mille sentenze indiane - Successo
620. Con lo sforzo riescono le cose, non coi desiderî: le gazzelle non vanno a mettersi in bocca del leone addormentato.
621. Se cammina, anche la formica può fare mille leghe; se sta fermo, Garuḍa, il re degli uccelli, non va innanzi di un passo.
623. Dopo aver spezzato la terra coll'aratro, il coltivatore vi getta il seme, quindi aspetta tranquillo; faccia ora Parjanya, il dio della pioggia.
629. Via via che l'uomo volge il pensiero al bene, ogni cosa gli riesce, non v'è dubbio.
domenica 15 novembre 2009
La stagione di gloria degli Indoarii nel Vicino Oriente
Mille sentenze indiane - Fortuna
601. Dove c'è chi dice e chi ascolta cose dapprima sgradite ma in conclusione benefiche, ivi entra e si asside la dea della Fortuna.602. La prosperità si allontana dai troppo sinceri, dai cacadubbi e dai timorosi dell'altrui biasimo.
603. "Io abbandono il valoroso, per paura di restar vedova; il generoso, per rossore; il dotto, per tema di una rivale (la Scienza); perciò mi attacco all'avaro".
604. Chi ha con sé la Fortuna, per lo più non si occupa delle altrui sofferenze; mentre il serpente Shesha si stanca nel sostenere il peso della terra, Vishnu se la dorme tranquillo.
domenica 8 novembre 2009
Mille sentenze indiane - Povertà
582. Mi dischiudo alla speranza col sorgere del sole, e tutto mi ristringo al tramonto; immerso nel lago della miseria, imito il giuoco delle ninfee.587. Se il ricco conoscesse il dolore che nasce in chi sta per pronunziare la parola "da'!", darebbe anche le proprie carni.
591. Mettete un uomo di grande mente a lottare ogni giorno con la povertà e a dover pensare al burro e al sale e al riso e ai legumi e alle legna; finirà col perdere la testa.
594. Anche se il ricco si è acquistata una virtù, presto la sciupa; (ma) il povero la conserva; il secchio pieno sommerge la fune, non il vuoto.
596. Cibo più saporito gusta sempre il povero che il ricco; la fame, che condisce gli alimenti, è ben rara tra i ricchi.
599. Il giovane pensa all'amore, l'uomo di mezza età pensa al denaro, il vecchio pensa alla morte, il povero a molte cose.
martedì 20 ottobre 2009
Mille sentenze indiane - I Ricchi
561. I pigri non diventano ricchi, e nemmeno i vigliacchi e i superbi, né quelli che si spaventano delle chiacchiere delle genti, né quelli che stanno sempre ad aspettare.564. La ricchezza dev'esser donata e goduta, non sempre accumulata; guarda come alle api si porta via il tesoro raccolto.
566. La voce del povero, sia pur bella di timbro e buona di significato, non fa figura accanto a quella del ricco: come liuto sopraffatto dal rullo del tamburo.
567. Dentro qualsiasi ricco abitano cinquecento vampiri; quanti ne stiano dentro un re, nessuno ha mai calcolato.
mercoledì 7 ottobre 2009
Il sanscrito e le lingue dell'Italia antica: il caso dell'etrusco
domenica 4 ottobre 2009
Corsi di sanscrito
che inaugura una nuova stagione di corsi di sanscrito e filosofia dell'India a Milano, via E. Ferrario 5:
Si tratta di 5 seminari brevi (6h) di filosofia e civilta' dell'India rispettivamente su Veda, Upanishad, Samkhya, Bhagavadgita e buddhismo, che si terranno il martedi' e il giovedi' sera dalle 19,15 alle 21,15 a partire da martedi' 13 ottobre; e 5 workshop da tre ore l'uno per entrare nell'universo del sanscrito il sabato mattina dalle 10,30 alle 13,30 a cominciare da sabato 17 ottobre.
Per tutte le informazioni http://www.sanscrito.it/ info@sanscrito.it
3480724840
Personalmente, tengo un corso di sanscrito, specificamente dedicato alla traduzione di testi buddhisti, con accesso libero presso il centro Ewam, a Firenze, via R. Giuliani 505/A
(sito http://www.ewam.it/), ogni venerdì alle 20.
La prossima domenica, 11 ottobre alle ore 9, inizierò invece una serie di lezioni mensili di sanscrito presso il Dojo e centro Yoga Free Budo, a Prato, in via Genova 21B (sito http://www.freebudo.com/).
domenica 27 settembre 2009
Mille sentenze indiane - Denaro
544. Che l'indegno di onor tanto si onori
e si colmi di visite e favori,
e che all'uomo da nulla ognun s'inchini -
è tutto per la forza dei quattrini.
545. S'inchinan tutti anche al peggior birbone,
se la sorte lo fece un gran riccone ;
tutti spregian chi privo è di fortuna,
anche fosse più nobil della Luna.
549. Un povero, che vuol far quattrini, non riesce a metterli insieme; il denaro si prende col denaro, come i grandi elefanti con (altri) elefanti.
550. Di dove viene quando si ammassa e dove va quando si discioglie? non si vede lo strano viaggio del nuvolo e del denaro.
domenica 20 settembre 2009
Il sanscrito è più coltivato in Giappone che in India?
Jointly organized by International Association of Sanskrit Studies, Kyoto University, Association for the Study of the History of Indian Thought, Japan Society for the Promotion of Science, Mitsubishi Foundation, etc.; this five-day 14th World Sanskrit Conference covered a wide variety of topics, including:
Vedas, linguistics, epics and Puranas, Agamas and Tantras, vyakarana, scientific literature, ritual studies, yoga, Parsi Sanskrit, Sanskrit law, Mahabharata, Yogin versus Vedantin, Sanskrit riddles, Samkhya thought, dharma, Kashmir Saivism, Solar and lunar lines in the Sanskrit epics, miscarriage in ayurvedic literature, relationship between God and the world, etc.
Rajan Zed stressed that India Government should establish a world-level national library of Sanskrit besides Sanskrit libraries in each state; make Sanskrit available as a subject in all secondary, under-graduate, graduate, and doctoral schools in India; provide Sanskrit teachers’ training courses in all the states; enrich manuscripts collections; publish rare manuscripts; provide easily accessible distance learning courses for learners world over; coordinate the Sanskrit research done around the globe; frequently organize world level research conferences; provide generous funding for research projects; etc."
domenica 6 settembre 2009
Mille sentenze indiane - Gratitudine e ingratitudine
530. Chi rende il contraccambio, e sia pur largamente, di un benefizio ricevuto, non ha lo stesso merito del primo benefattore: quegli lo fa per qualche cosa, questi lo ha fatto per niente.533. Si fa una casa nell'aria, dipinge un bel quadro sul vento, traccia linee sull'acqua colui che benefica il malvagio.
538. Gli uccelli abbandonano l'albero che non ha più frutti; le gru, lo stagno prosciugato; abbandonano le api il fiore appassito, le gazzelle la selva bruciata, le cortigiane l'uomo impoverito, i ministri il re decaduto; ognuno si compiace di ciò che gli serve: chi è caro ad un altro solo per sé stesso?
541. Per l'uccisore d'una vacca, per l'ubriaco, per il ladro e per lo spergiuro, i savi hanno stabilito un'espiazione; non v'è espiazione (possibile) per l'ingrato.
domenica 30 agosto 2009
La dedica di Gorresio al re Carlo Alberto ai primordi dell'indologia italiana
"Sire, un mezzo secolo appena addietro, aperta l'India ai commerzj delle genti Europee, s'incominciarono a scoprire diffusi per le remote regioni del Gange i grandi e numerosi monumenti letterarj d'un'antica e splendida civiltà infino a quell'ora appena presentiti. L'abbondanza, la varietà, e, per quanto da alcuni scarsi saggj si poteva congetturare, la nobiltà e l'importanza di que' vetusti monumenti d'un popolo, che già ai tempi della scuola Alessandrina aveva fama di tanta sapienza, tutto induceva a presagire, che da quella antica e vasta letteratura dovesse emergere gran luce per una conoscenza più compiuta dell'antichità e delle prische tradizioni, per rintracciare l'avviamento e il processo dell'intelligenza umana, per isvellere errori, che le scuole del secolo passato accreditarono con maligno intendimento, per lo studio intimo insomma della storia dell'umanità. Un nobile ardore s'accese immantinente tra gli Europei: gli studj sanscriti impresi con grande efficacia ed amore crebbero e si diffusero rapidamente per l'Europa. Dentro pochi anni l'Inghilterra, la Francia, l'Allemagna, ed altri paesi settentrionali ebbero cattedre di lingua e letteratura sanscrita [...] A questo movimento degli ingegni europei non s'era anco apertamente associato l'impulso delle intelligenze italiane. Mercè la generosa e splendida munificenza Vostra, o Sire, l'Italia entra ora degnamente anch'essa in possesso dei nuovi studj, dai quali, se molto già s'è infino ad ora ottenuto, molto più ancora rimane ad ottenersi. Voi, o Sire, incoraggiaste, proteggeste, secondaste con ogni maniera di sovrano favore questi miei studj [...] Or ecco io offro e consacro a Voi, Augustissimo Re [..] questa primizia di studj faticosi e lunghi, nata e cresciuta sotto i regali Vostri auspicj, base d'un gran monumento, che verrò a mano a mano continuando. [...]
sabato 25 luglio 2009
Mille sentenze indiane - Generosità. Benefattori.
496. Si viene in onore coll'elargire le ricchezze, non coll'ammassarle; i nuvoli, datori di acque, stanno in alto; il mare, che le acque raccoglie, sta in basso.497. Qual uomo non vive in questo mondo per il bene proprio? ma solo chi vive per il bene altrui, vive veramente.
498. I fiumi non bevono le loro acque; gli alberi non mangiano i loro dolci frutti, né le nubi le mèssi; la ricchezza dei buoni va tutta a vantaggio altrui.
504. Il concedere la vita ad una sola creatura val più che donare ogni giorno un migliaio di vacche a mille brammani.
523. Si faccia omaggio al generoso, anche se di bassa nascita, non al grande, dal quale nulla si ottiene: vedi, chi ha bisogno d'acqua, lascia stare l'oceano e si rivolge al pozzo.
domenica 12 luglio 2009
Un ricordo di Ashoka
Dopo più di due millenni le rocce e le colonne incise dalla fede del grande Imperatore proclamano ancora all'umanità le leggi eterne della morale e ci parlano un linguaggio che sembra quello della nostra coscienza emancipata dalle pastoje del tempo e dello spazio. Noi veneriamo, noi ci prosterniamo dinanzi all'India che dal suo suolo ha ridato alla luce gli editti di Açoka. È una terra benedetta, è il paese sacro all'avvenire.
Tutti gli uomini sono miei figliuoli: e così come desidero che i miei figliuoli godano d'ogni sorta di prosperità e felicità in questo e nell'altro mondo, del pari bramo lo stesso per tutti gli uomini.I popoli confinanti non abbiano paura di me, e sappiano ch'io desidero recar loro gioia
non già afflizione, e avrò con loro tutta la pazienza possibile.
Sua Maestà il re santo e grazioso rispetta tutte le confessioni religiose, ma desidera che gli adepti di ciascuna di esse si astengano dal denigrarsi a vicenda. Tutte le confessioni religiose vanno rispettate per una ragione o per l'altra. Chi disprezza l'altrui credo, abbassa il proprio credendo d'esaltarlo.
Dopo ventisei anni dalla mia consacrazione è cresciuto, in grazia alle mie istruzioni, l'amor della gente per la Legge di pietà e sempre più crescerà. [...] Eccelsa è la Legge di pietà. Essa consiste in poco peccato e molte opere buone, nella compassione, nella liberalità, nella veracità e nella purità. [...] Perché gli uomini si conformino ai precetti della Legge di pietà, è necessario che la conoscano, sieno in essa bene istruiti. Perciò ho inviato dappertutto nel mio regno Commissari a predicare la Legge di pietà e ad istruire in essa la gente, ed ho fatto inscrivere su colonne i santi precetti.
domenica 28 giugno 2009
Mille sentenze indiane - Ospitalità
475. Anche se un uomo di bassa condizione càpita nella casa di uno di alta casta, deve essere onorato a dovere; l'ospite rappresenta tutti quanti gli dèi.
482. Quando fa caldo, acqua fresca; quando fa freddo, fuoco; quando piove, la casa a riparo; in ogni tempo, cibo.
483. Paglia (per giaciglio), terra (per stanza), acqua (per le abluzioni) e per quarta cosa una parola gentile, non fanno mai difetto nelle dimore dei buoni.
486. Persino ad un nemico, che si presenti in casa nostra, non si deve negare l'ospitalità: anche a chi viene per reciderlo, l'albero non rifiuta la propria ombra.
491. Colui che non fa devotamente onore a un ospite stanco del cammino, sconosciuto, tormentato dalla fame e dalla sete, viene detto "uccisore di un brammano".
Notizie indologiche
Alcune novità nel mondo indologico, scoperte in rete.
mercoledì 17 giugno 2009
Mille sentenze indiane - I Buoni
466. Come ti è cara la vita, così è cara alle altre creature: vedendo dappertutto sé stessi, i buoni esercitano la compassione.467. I buoni esercitano la compassione anche verso creature prive di pregi: la luna versa il suo chiarore anche sulla capanna del paria.
468. Ricordano i buoni i benefizi ricevuti, non gli atti ostili; adoprandosi a vantaggio altrui, non si aspettano ricompensa.
469. Per vantare i proprî meriti, per chiedere ad altri, per respingere una preghiera - la lingua dei buoni non si sa muovere.
471. Nemmeno la cattiva compagnia fa cattivi i buoni; per quanto ci si avvoltolino i serpenti, l'albero di sandalo non diventa velenoso.
venerdì 12 giugno 2009
Britannici e Indiani a confronto sul concetto di 'Aryan'
We British Europeans are Aryans, and far more pure and genuine Aryans than the Hindus, and no talk of the Hindus can alter our race [...] It is the Hindus who have altered and deteriorated, and not we! The Hindu has become the coffee dregs, while we have remained the cream of the Aryan race. [...] The Hindu has become a sooty, dingy-coloured earthen pot, by rubbing against black aborigines rather too freely; and he consequently pretends to despise the white porcelain bowl.
After centuries of work, the Aryas have now prepared the world for such a larger unity of mankind by creating a common mentality in different races through the diffusion of the Aryan language in distant parts of the world. [...] We must thank the ancient Arya, the 'Indo-European' man, who thus long ago laid the foundations of the unity of the East and the West, and took the fire of his civilization to every home he could find.
domenica 31 maggio 2009
Mille sentenze indiane - I Nobili e i Vili - 4
441. « Chi sei tu, rosso di occhi, di becco e di piedi? » - Un cigno reale. - « Donde vieni? » - Dal lago Mânasa. - « Che c'è laggiù? » - Cespugli di loti d'oro, acqua come l'ambrosia, perle a mucchi, gemme e coralli, germogli di berillo. - « E non ci sono chiocciole? » - No. - Avendo così udito, gli aironi fecero: « Ohibò, ohibò! »
444. Il cigno non risplende in mezzo a uno stuolo di cornacchie; il leone, in una torma di sciacalli; il cavallo di razza, in un gruppo di asini; il dotto, tra gli analfabeti.
448. Bene hanno fatto i cuculi a tacere al sopravvenire delle piogge; là dove gli oratori sono i ranocchi, è bello il silenzio.
449. Il cuculo beve il divino succo del mango, e non sʼinsuperbisce; il ranocchio beve l'acqua fangosa, e gracchia d'orgoglio.
459. Nessuno, nei tre mondi, fa attenzione a chi se ne sta mogio mogio; dovunque la gente sʼinchina a chi fa del chiasso, non alla virtù.
sabato 23 maggio 2009
Una nuova comprensione dell'Oriente
“Non si accettava più senza discutere che la dominazione europea sull’Oriente fosse un fatto pressoché naturale; né si presumeva che l’Oriente avesse bisogno dell’illuminismo occidentale. Ciò cui si dava importanza, nel periodo tra le due guerre mondiali, era un’autodefinizione culturale che trascendesse provincialismo e xenophobia.”
“[…] i romantici tedeschi […] per la prima volta si proposero consapevolmente di aprire una strada che permettesse l’ingresso in Europa dell’eredità della poesia orientale. Il secolo XIX, col suo nuovo senso di potenza e superiorità, parve chiudere la porta in faccia al loro progetto. Oggi, d’altra parte, si notano i segni di un cambiamento. La letteratura orientale è di nuovo studiata per il suo intrinseco valore, e si sta sviluppando una nuova comprensione dell’Oriente.Man mano che questa comprensione si diffonde e l’Est riacquista il suo posto nella vita dell’umanità, la letteratura orientale può ricominciare a svolgere la sua funzione storica, e aiutarci a superare le anguste e opprimenti concezioni che vorrebbero limitare tutto ciò che è significativo nel campo della letteratura, del pensiero e della storia alla nostra porzione del globo.”C’è da chiedersi se questa apertura dei limiti della cultura occidentale sia avvenuta fino ad oggi, o sia rimasta limitata agli orientalisti…
sabato 16 maggio 2009
Mille sentenze indiane - I Nobili e i Vili - 3
428. Che i difetti diventino pregi in bocca dei virtuosi e i pregi difetti in bocca dei malvagi, dovrebbe forse far meraviglia? Ecco un nuvolo che, bevuta l'acqua salsa del mare, riversa acqua dolce; un serpente (invece), bevuto il latte, vomita veleno mortale.429. Il modesto vien tacciato di stupidità, il religioso di ipocrisia, l'onesto di furberia, il coraggioso di durezza, l'asceta di demenza, il cortese di pochezza, l'energico di superbia, l'eloquente di loquacità, il costante di impotenza; quale pregio dei virtuosi si sottrae al marchio dei malvagi?
433. L'uomo probo, morsicato dal serpente delle parole uscite dalla bocca del malvagio, beve per contravveleno la soddisfazione della propria coscienza.
435. Krshna non si degnò rispondere al re dei Cedi, che lo insultava; il leone risponde col suo ruggito al tuono della nube, non all'urlo dello sciacallo.
436. Quel che gli onesti dicono scherzando, è sillaba incisa sulla pietra; quel che i malvagi giurano, è sillaba scritta sull'acqua.
martedì 12 maggio 2009
Nuove scoperte di archeologia harappana in India
Lo scorso marzo, è stata divulgata una importante scoperta archeologica presso il villaggio di Farmana in Haryana, India. Qui a sinistra potete vedere un'immagine degli scavi che ho scattato nel marzo 2008 durante una visita al sito, che è stato registrato dall'UNESCO. Per particolari sulle scoperte, si può vedere la notizia su un blog di archeologia preistorica: http://www.stonepages.com/news/archives/003205.html che trae le informazioni da articoli apparsi in India. Oltre all'interessante scoperta di un complesso di 26 stanze con cortile, che può indicare un 'palazzo' dell'élite, la scoperta più significativa è il cimitero con ben 70 sepolture, i cui scheletri saranno studiati per individuare l'alimentazione e l'identità genetica. Ora, queste sepolture presentano i tratti caratteristici harappani: forma rettangolare, orientamento nord-sud. Il direttore degli scavi, Vasant Shinde, sostiene: "All the graves are rectangular - different from other Harappan burials sites, which usually have oblong graves" ma possiamo citare S.P. Gupta in "Disposal of the Dead and Phisical Types in Ancient India" (Delhi 1972), p.75, che afferma che si seppelliva il corpo in 'oblong pits' che, quando scavati con più cura, "assumed rectangular shapes". Evidentemente, le tombe di Farmana appartengono a questa categoria. Shinde aggiunge: "The site shows evidence of primary (full skeleton), secondary (only some bones) and symbolic burials, with most graves oriented northwest-southeast, though there are some with north-south and northeast-southwest orientations as well. The variations in burial orientation suggests different groups in the same community"
Four-cornered (is the sepulchral mound). Now the gods and the Asuras, both of them sprung from Pragâpati, were contending in the (four) regions (quarters). The gods drove out the Asuras, their rivals and enemies, from the regions, and, being regionless, they were overcome. Wherefore the people who are godly make their burial-places four-cornered, whilst those who are of the Asura nature, the Easterns and others, (make them) round, for they (the gods) drove them out from the regions. He arranges it so as to lie between the two regions, the eastern and the southern, for in that region assuredly is the door to the world of the Fathers: through the above he thus causes him to enter the world of the Fathers; and by means of the (four) corners he (the deceased) establishes himself in the regions, and by means of the other body (of the tomb) in the intermediate regions: he thus establishes him in all the regions.
Ancora: quando visitai il sito di Farmana l'anno scorso, andai anche in una spianata nelle campagne vicine dove avevano trovato alcuni resti di sepolture: tramite un giovane che conosceva l'inglese, feci chiedere ai contadini se il terreno era salato, ed essi dissero che era proprio così. Avevo fatto questa domanda perché uno studio sul cimitero del sito harappano di Kalibangan, di A.K. Sharma, "The Departed Harappans of Kalibangan" (New Delhi, 1999), p.104, notava che il terreno del cimitero ha un'alta percentuale di sale, e che questo coincideva con quello che diceva lo Śatapatha Brāhmaṇa, il quale infatti ingiunge (XIII.8.1.14):
He makes it on salt (barren) soil, for salt means seed; the productive thus makes him partake in productiveness, and in that respect, indeed, the Fathers partake in productiveness that they have offspring: his offspring assuredly will be more prosperous.
domenica 10 maggio 2009
Mille sentenze indiane - I Nobili e i Vili - 2
420. Talvolta il vile si presta al bisogno, non il grande: lo specchio del re stesso è di stagno, non d'oro.
422. Che il mare tenga in basso la perla e in alto l'alga, è colpa del mare: la perla resta(sempre) perla e l'alga, alga.
423. Poiché ti è toccato l'ufficio di arbitra, che razza d'impertinenza è la tua, o bilancia? chi pesa di più, lo metti in basso; chi di meno, lo innalzi.
424. Se una cornacchia insozza la testa di un maestoso elefante, ciò avviene perché tale è l'indole dei vili: l'elefante resta sempre elefante.
lunedì 4 maggio 2009
Sylvain Lévi e René Guénon
En tout cas, il [Guénon] témoigne d’un effort personnel de pensée qui est respectable et que les philosophes apprécieront ; il apporte une conception curieuse des systèmes philosophiques de l’Inde, qui tout en choquant les indianistes peuvent les inviter à d’utiles réflexions. Enfin, la Faculté donnera une preuve manifeste de son libéralisme en acceptant cette critique violente de la ‘science officielle’ des philosophes comme des indianistes. Je crois donc devoir vous engager, Monsieur le Doyen, à accorder votre visa à la thèse de Monsieur Guénon.
de tous les Occidentaux qui se sont occupés des doctrines hindoues, seul Guénon, dirent-ils, en a vraiment compris le sens
venerdì 1 maggio 2009
Mille sentenze indiane - I Nobili e i Vili - 1
414. Gli uomini migliori conoscono da sé stessi la differenza fra il giusto e l'ingiusto; i mediocri, quando è loro insegnata; i pessimi, nemmeno se è loro insegnata.415. Gli uomini volgari non intraprendono nulla, per paura degli ostacoli; gli uomini di media levatura cessano dall'intrapresa, se un ostacolo sopraggiunge; ma, pur contrastati da ostacoli ripetuti, gli uomini di alto sentire non abbandonano l'impresa assunta.
416. Nell'autunno il nuvolo rumoreggia e non piove; nella stagione delle piogge, piove invece silenzioso: l'uomo volgare parla e non agisce, l'uomo probo agisce e non parla.
giovedì 23 aprile 2009
Mille sentenze indiane - Poesia
352. Due frutti dolcissimi ha l'albero velenoso dell'esistenza: il gustare il succo ambrosiaco della poesia e il conversare con uomini buoni.
353. Deh, deh, malvagi tutti quanti, ascoltate le mie parole! in cielo c'è il nèttare, ma non è facile per voi l'ottenerlo; perciò, a vantaggio vostro, noi facciamo qui l'ambrosia della poesia: bevetela con sommo rispetto!
354. La musica e la poesia sono le due mammelle di Sarasvatî; l'una dolce ad un tratto, l'altra ambrosia alla riflessione.
360. "Dove potrò coglierlo in fallo?" Così rivolgendo nella mente, il tristo si prepara ad udire le poesie dei valenti.
366. Furono gli anni di gran meraviglie:
nessun litigio mai nelle famiglie;
alla moglie fedele ogni marito,
ogni liquore odiato ed abborrito;
i giudici incorrotti,
i preti onesti e dotti;...
più gran portento dell'età dell'oro:
i poeti lodavansi fra loro.
Un ammonimento profetico di un sanscritista francese
"E' nostro dovere comprendere la civiltà orientale. [...] Quei popoli sono eredi di una lunga tradizione di storia, arte e religione, il cui senso non hanno interamente smarrito, e che probabilmente intendono prolungare. Noi ci siamo assunti la responsabilità d'intervenire nel loro sviluppo, talvolta senza consultarli, talaltra rispondendo a una loro richiesta [...] Sosteniamo, a torto o a ragione, di rappresentare una civiltà superiore, e in nome del diritto che ci verrebbe da tale superiorità, che regolarmente affermiamo con tanta sicurezza da farla sembrare loro incontestabile, abbiamo messo in discussione tutte le loro più radicate consuetudini [...]In generale, quindi, ogni volta che gli europei sono intervenuti, l'indigeno ha provato una sorta di disperazione globale, resa particolarmente pungente dal sentire che il proprio benessere, nella sfera morale più che in termini meramente materiali, invece di crescere era in realtà diminuito. [...] La delusione è diventata risentimento da un capo all'altro dell'Oriente, e quel risentimento è ora assai prossimo a mutarsi in odio vero e proprio, e l'odio non fa poi che attendere il momento propizio per mutarsi in atti concreti.Se per pigrizia o incomprensione l'Europa non compirà lo sforzo che le è richiesto nel suo stesso interesse, allora il dramma asiatico si avvicinerà al punto critico.E' qui che la scienza, che è un modo di vita e uno strumento della politica - ovunque i nostri interessi siano in gioco - ha implicitamente il dovere di penetrare nell'intimo delle civiltà e dei modi di vita dei nativi per scoprire i loro valori fondamentali e le loro caratteristiche durature, invece di soffocarne l'esistenza sotto una massa incoerente di modi di vita importati dall'Europa."
venerdì 17 aprile 2009
Mille sentenze indiane - Eloquenza
343. Eloquente è chi parla deciso e piacevole e con poche parole: chi espone con molte parole e con poco sugo, è un chiacchierone.
345. Quando si conversa, da una parola nasce un'altra parola, come da un seme ben annaffiato dalla pioggia, un altro seme.
347. O cacciatore, ti prego a mani giunte; non ci sono tanti altri mestieri in questo mondo? perché, ammazzando i pappagalli, privi questo bosco della dea dell'eloquenza?
350. Se non se ne spende nulla, si vuota; se se ne spende, aumenta di assai; strano davvero, o Eloquenza, appare il tuo scrigno!
351. Tutto quanto questo triplice mondo sarebbe tenebra cieca, se fin dalla creazione non vi splendesse la luce chiamata il Verbo.
giovedì 16 aprile 2009
Invasione aria dell'India: mito o realtà?
our overall inference is that an early Holocene expansion in northwestern India (including the Indus Valley) contributed R1a1-M17 chromosomes both to the Central Asian and South Asian tribes prior to the arrival of the Indo-Europeans.
there is no evidence whatsoever to conclude that Central Asia has been necessarily the recent donor and not the receptor of the R1a lineages.
Outside influences did affect South Asian cultural development in later historic periods, but an identifiable cultural tradition has continued, an Indo-Gangetic Tradition linking diverse social entities which span a time period from the development of food production in the seventh millennium BC to the present.
Questo significa che l'archeologia non ci permette di parlare di una discontinuità della civiltà dell'India, quale si supponeva sulla base della teoria dell'invasione aria. Occorre chiedersi come sia sorta questa teoria, su basi meramente linguistiche (con pregiudizi eurocentrici), e come sia diventata un dogma accettato senza le più elementari precauzioni critiche.
Leggendo le pubblicazioni indologiche, colpisce come si parli della migrazione indoeuropea in India nel II millennio a.C. come un dato di fatto, senza darne nessuna prova. E' un'idea ricevuta dagli accademici del passato, tramandata proprio come un mito fondativo, e difesa strenuamente come un credo, la cui messa in discussione potrebbe far traballare le fondamenta della Chiesa indoeuropeistica... Gli anti-invasionisti sono costretti ad assumere i toni veementi di un Lutero, e ad essere emarginati come pericolosi eretici!
giovedì 9 aprile 2009
Mille sentenze indiane - Dottrina e saggezza
305. Fra tutti i beni, la scienza fu detta il sommo bene: perché non può
essere né rapita, né deprezzata, né consumata mai.
311. Dove nemmeno il vento passa né entra il raggio del sole, ivi penetra
veloce l'intelletto dell'intelligente.
313. L'intelligenza di colui che legge, scrive, osserva, interroga, ricorre
ai dotti, si espande come la foglia di loto ai raggi del sole.
321. La dottrina e la regalità non sono mai eguali; al re si fa onore nel
suo paese, al dotto si fa onore dappertutto.327. Pur vedendo un analfabeta pieno di quattrini, il dotto non abbandoni la scienza irreprensibile; forse che vedendo le cortigiane cariche di gioielli, le donne oneste diventano cortigiane?
mercoledì 1 aprile 2009
Cosa significa yoga?
योगः
Una delle parole sanscrite indubbiamente più note in Occidente è yoga, grazie alla diffusione delle discipline (soprattutto fisiche) che portano questo nome. Ma chi saprebbe rispondere alla domanda su cosa significhi in realtà questo termine?
La parola yoga deriva dalla radice yuj- 'aggiogare, unire, preparare, usare, concentrare (la mente)'. E infatti yoga è l'atto di aggiogare e il giogo (latino iugum), ma anche l'uso, l'applicazione, il mezzo, il metodo, ogni congiunzione (latino iungo), l'impegno e anche la concentrazione dei pensieri. Si arriva così allo yoga come meditazione, il cui fine è unificare la mente e, secondo l'interpretazione teista, unire lo spirito individuale allo Spirito supremo (Ishvara).
Come dice Mircea Eliade in Lo Yoga. Immortalità e libertà :
"L'accento è messo sullo sforzo dell'uomo ("mettere sotto il giogo"), sulla sua autodisciplina, con cui egli può raggiungere la concentrazione dello spirito [...] "Legare insieme", "tenere stretto", "mettere sotto il giogo", hanno lo scopo di unificare lo spirito, di abolire la dispersione o gli automatismi che caratterizzano la coscienza profana."
Mille sentenze indiane - Educazione. Maestri.
283. La scienza si acquista mediante l'obbedienza al maestro, ovvero mediante copia di denaro, od anche mediante un'altra scienza; un quarto mezzo non v'è.
285. Che cosa, o Eccelso, si deve accogliere? La parola del maestro. E che cosa fuggire? Le opere malvage. Chi è maestro? Colui che ricerca la verità ed è sempre intento al bene delle creature.
288. Salute, mente sveglia, buona condotta, zelo, diletto nei libri sono, per lo studente, i cinque mezzi interni per il successo; maestro, libro, dimora, condiscepoli, orecchi - sono invece i cinque mezzi esterni per progredire nello studio.
289. Impara una strofa, o un verso, o un emistichio, o una sillaba; dona, lèggi, lavora - purché il giorno non ti trascorra sterile.
lunedì 23 marzo 2009
Mille sentenze indiane - Regole di vita
240. Presto bisogna prendere, presto dare, presto fare; altrimenti il tempo se
ne beve il succo.
250. Fate il male con violenza e sarà come non fatto;
poiché Manu ha detto che tutte le cose fatte con violenza si considerano come
non fatte.
270. Chi è dotto e sincero, ricercalo; col dotto e maligno,
sta' in guardia; chi è sincero e sciocco, abbine compassione; chi è sciocco e
maligno, sfuggilo ad ogni modo.279. Dalla soverchia famigliarità nasce il dispregio; dal continuo frequentarsi, l'indifferenza: nel Malaya una mendicante adopra il sandalo come legna da ardere.
lunedì 16 marzo 2009
Mille sentenze indiane - Destino
"Abbiamo dato un'occhiata alla letteratura sentenziosa
degli altri popoli, perché meglio si vedesse di quanto la indiana a tutte va
innanzi e per ricchezza di raccolte e per varietà di argomenti e per profondità
di pensiero e per eleganza di forma. Certo le giova l'esprimersi in una lingua
di tale potenza fantastica e di tale struttura insieme trasparente e
pieghevolissima e atta a sottili e inaspettati ravvicinamenti di parole e
pensieri, quale il sanscrito."
204. Lo sforzo dell'uomo è il campo, il frutto delle azioni
il seme; dall'unione del campo e del seme matura la mèsse.206. Dal destino e dall'azione dell'uomo dipende il successo
di un'impresa; ma il destino è manifestamente la stessa azione umana in
un'esistenza anteriore.208. Come il carro non può camminare con una ruota sola, così
il destino non può compiersi se l'uomo non agisce alla sua volta.210. Non si lasci il proprio lavoro, pensando: "lo compirà il destino!"Chi, senza lavoro, può ricavare l'olio dai grani di sesamo?